Facile non significa Semplice - Vivo Come Voglio
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“Eeee… tu la fai facile ma io devo vedermela con questo, quello e quell’altro… ed è sempre tutto così complicato…”

“Guarda che non è tutto facile, alle cose ci devi stare su con costanza e dedizione se vuoi arrivare da qualche parte …non c’è successo senza sudore e fatica …ricordati che per apparire bisogna soffrire”

 

Ecco, te lo dico subito, io sta cosa che bisogna per forza faticare e sudare e soffrire per ottenere qualcosa nella e dalla vita non la reggo proprio. E non la reggo perché non è vera.

Chi pretende che tu debba per forza passare dal soffrire per realizzare i tuoi sogni e la tua vita, con buona probabilità è solo invidioso del fatto che tu abbia dei sogni e la volontà di realizzarli e lei/lui no.

 

Quando ero ragazzina avevo un amico che qualsiasi sport gli si proponesse di fare a lui riusciva subito e bene come non avesse fatto che quello per tutta la vita.

Io lo guardavo e provavo una certa ammirazione ma anche molta invidia. Com’è che a lui veniva così facile senza nemmeno applicarcisi, mentre io per fare la stessa attività sudavo 10 camicie senza ottenere nulla? E dov’era tutta la sofferenza che secondo i grandi avrebbe dovuto accompagnare quella bravura?

Più avanti nel tempo ho avuto amiche e amici che riuscivano a suonare un sacco di strumenti diversi in modo del tutto naturale e senza bisogno di aver fatto anni e anni di studi. E di nuovo ecco apparire quel misto di ammirazione e profonda invidia. E insieme a quello il pensiero ribelle: “Vedi loro? Riescono bene e subito senza fatica, senza sudarci. Così dev’essere.”

Ho sempre sognato di sedermi ad un pianoforte e iniziare a suonare. Non dico la quinta di Beethoven, mi sarei accontentata per iniziare di accompagnare una ninna nanna.  E invece niente. Ho provato molte volte in tempi diversi, sempre con lo stesso risultato: nulla di fatto, grande frustrazione e regolare inabissamento della già scarsa autostima.

E la gente dietro a dirmi “ci vogliono anni e anni di applicazione costante tutti i giorni, scale su scale su scale… come pretendi tu di suonare dopo solo 10 giorni che ci provi?!

E io a dire: “o anche no! Una cosa o ti viene o non ti viene. E basta stressare sempre l’anima alla gente con sta cosa che si deve per forza soffrire per ottenere le cose. Ci sono un sacco di persone a cui le cose vengono facili, senza alcuna sofferenza. Guardiamo loro come esempi.

 

Con questo non dico che non serva fare esercizio per padroneggiare una tecnica o una conoscenza. Ma una cosa è esercitarsi e magari con quella costanza e dedizione tanto raccomandate, ben altra cosa è soffrire ad ogni passo per poi la volta dopo trovarsi di nuovo a zero.

Lo vedevo e intuivo allora osservando le persone che mi capitava di incontrare, lo vedo e so ora che posso osservare anche quello che ho io fatto nel corso degli anni e confrontarlo con quello che sto facendo ora.

Se quella cosa che cerchi di fare è Tua, semplice o complessa che sia, ti viene facile.

Se inciampi ad ogni passo e trovi ostacoli insormontabili dietro ogni svolta e non vai mai avanti, se per quanto ti ci impegni e concentri resta sempre difficile, se basta il solo pensiero di doverti esercitare per farti salire l’orticaria, allora probabilmente quella cosa non è Tua e decidere di lasciar perdere potrebbe essere un’ottima idea per risparmiarti un sacco di inutili frustrazioni.

Questo il mio pensiero da più o meno circa sempre.

Poi un giorno lungo il mio cammino ho incontrato Abraham e la Legge di Attrazione e il pensiero è diventato una convinzione.

Poi ancora ho incontrato Castaneda con le sue spiegazioni su cosa siano una strada con un cuore ed una senza cuore e da lì in poi non ho più avuto dubbi.

 

Semplice e Facile

Semplice e Facile. Ecco due parole che usiamo troppo spesso come avessero lo stesso significato e che invece sono sì sinonimi ma indicano due cose un po’ diverse. E questa piccola diversità fa tanta differenza.

 

Semplice ha come contrario Complesso. Semplice e Complesso descrivono la natura di una cosa in senso oggettivo.

  • Un puzzle di 40 pezzi 4 cm di lato e raffigurante una palla a spicchi di diversi colori, è semplice. Un puzzle di 3000 pezzi da 1,5 cm di lato e raffigurante un paesaggio naturale tutto sulle tinte del tramonto è complesso.
  • Tracciare una linea dal punto A al punto B è semplice. Spiegare perché per i punti A e B possa passare una ed una sola linea retta è complesso.
  • Camminare su una carrareccia in piano è semplice. Arrampicare su una parete verticale con scarsi appigli è complesso.
  • Suonare il campanello di casa è semplice. Suonare il pianoforte è complesso.

 

Facile ha come contrario Difficile. Facile e Difficile descrivono il rapporto soggettivo tra Te e la questione che stai affrontando.

Questo significa che per ciascuna di noi possono essere Facili da fare cose oggettivamente Complesse e risultare Difficili da affrontare cose considerate Semplici.

Per me un puzzle di 3000 pezzi è una bella sfida, ma fare puzzle è una cosa che mi piace ed è nelle mie corde e mi intriga e mi aiuta a stare in me e mi dà soddisfazione. Tremila pezzi è un puzzle complesso che io affronto con facilità. Ben diversa la faccenda per la mia amica Paola che i puzzle non li può vedere e dava di matto già con quelli da 40 pezzi formato bimbo di 6 anni che regalavano a suo nipote.

Arrampicare invece è qualcosa che mi attira e affascina ma che al momento mi risulta difficile già quando la parete è semplice, figuriamoci se è pure un’arrampicata complessa. Eppure guardando Federica che sale come nulla fosse vien da pensare che arrivare in cima a quella parete sia una passeggiata.

Quanto al pianoforte, che sia complesso da suonare è fuor di dubbio ma per chi ci è portato affrontare questa complessità e facile, per me, come avrai capito, No. “Certo Nadia ma se ti piace tanto l’idea di saper suonare il piano magari se invece di star qui a scrivere ste scemenze ti mettessi a studiare seriamente Nadia, magari dico potresti anche realizzarlo questo sogno, anche se ti costerà fatica!

…o magari no! E tra poco ti racconto perché.

 

Talento, Allineamento e Motivazione

Appurato che cose semplici possono riuscire difficili e cose complesse rivelarsi facili, è arrivato il momento di vedere cosa c’è dietro.

Cos’è che rende una cosa facile o difficile.

Per come la vedo io Facile e Difficile sono legati a tre fattori chiave:

  1. la tua naturale predisposizione per quell’attività (i famosi Talenti)
  2. quanto quell’attività è in risonanza con te, con ciò che sei e vuoi essere (allineamento)
  3. la tua motivazione (perché vuoi arrivare là)

Se hai tutti e tre i fattori hai fatto en plein, sei a cavallo, in quella cosa avrai sicuro successo, la strada per arrivarci ti sembrerà tutta in piano con tratti in morbida discesa, anche quando sale e persino quando arrampica di brutto.

Se hai talento per la musica e lo strumento che hai scelto è il Tuo strumento, se il solo pensiero di suonare ti fa vibrare di gioia e il motivo per cui suoni è espandere te stessa attraverso la musica, se suonare è la tua strada con un cuore allora diventare una musicista e vivere la vita della musicista sarà facile per te. Magari ti ci vorrà un po’ di tempo, ma sarà facile perché non dovrai mai impegnarti a farti piacere quello che stai facendo.

Quando invece uno di questi 3 fattori chiave manca o è debole allora la faccenda cambia.

Se uno dei 3 fattori ti manca, complessa o semplice che sia la “cosa” che affronti, percorrere quella strada sarà difficile. Quanto difficile dipende da quanti e quali fattori in te scarseggiano o mancano del tutto.

In questo caso la cosa più saggia da fare (la più saggia, non la più facile!) è fermarti e vedere cosa manca e perché e capire se sia sensato per te procedere per quella strada o meno e se non è sensato, se non è la tua strada, lasciar perdere.

Difficile ma importante perché certe cose ci attirano per motivi distorti. Pensiamo sia la cosa i sè ad attirarci e invece ciò che vogliamo sono le attenzioni, il plauso, i complimenti che ci arriverebbero dal saperla fare. Attenzioni che probabilmente potremmo ottenere uguali o maggiori in un altro modo che ci è più consono, come era per me con il suonare il piano.

Difficile ma importante perché tante cose che ci attirano, a guardarle bene sono “non nostre”. Ci sembrano il nostro sogno ed invece non lo sono, sono il sogno di qualcun altro che in qualche momento del tempo abbiamo interiorizzato al punto da crederlo nostro.

Difficile ma molto importante, perché troppe volte per stare attaccata a cose/situazioni che non funzionano, che non scorrono, che ti pongono continui inciampi, che sono sempre difficili, rischi di perdere l’occasione di incamminarti lungo la Tua strada, che ti aspetta da sempre e dove tutto scorre facile.

 

Finora ho parlato di cose e attività ma lo stesso discorso vale anche per i rapporti e le relazioni con gli altri.

Ci hai mai fatto caso? Ci sono persone con cui viene tutto facile sin dal primo ciao. E poi ci sono persone che ammmadonna che fatica già anche solo il primo ciao! Persone con cui devi misurare ogni gesto e ogni parola, con cui come che la giri non va mai bene e se dici perché hai detto e se non dici perché non hai detto, devi sudare per ogni risposta e però se non fai domande se la prendono…

E indovina con quale dei due tipi finiamo spesso con l’incaponirci?!

Relazionarsi con gli altri appartiene al tipo di cose che tendono per loro stessa natura alla complessità, se poi già da subito rapportarsi è anche difficile… su de doss, Nina! Lascia perdere e trova qualcun altr* con cui sia facile, almeno all’inizio quando è ancora semplice.

 

Così la vedo io. Così mi racconta la mia esistenza. Così, per quel che ho letto e sentito, dicono alcuni decisamente più famosi di me.

Tu invece che dici? Come ti vivi il rapporto con facile e difficile? Sei nella squadra “niente gloria senza sofferenza” o tifi per trovare la tua strada con un cuore?

Se vuoi raccontarcelo, qui sotto  nei commenti c’è un sacco di spazio, e chissà se ti verrà facile o difficile dire la tua ?

 

 

Foto: cortesia di Federica Ragnes

2 Comments

  1. Monica Moro ha detto:

    Beh….. la biologia, la chimica, la fisica….. tutto indica che ciò che avviene spontaneamente è quello che comporta il minor numero di passaggi o che richiede il minor dispendio energetico.
    Per aumentare i risultati occorre semplificare i processi, questo è vero sia nella vita di ogni giorno che nella vita delle aziende (non tutti i CEO lo hanno capito ma questa è un’altra storia).
    La somma dei tuoi tre fattori ti permette di seguire la via di minor resistenza…… che è quello che da fuori fa apparire la cosa facile. 🙂
    Come ben dici, facile e semplice non sono sinonimi.
    Poi chiaro che se vuoi diventare cintura nera di karate un minimo di costanza e dedizione ti ci vuole….. :-p
    Ma se non lo vuoi, non ti chiama e non fa parte dei tuoi talenti non ci arrivi nemmeno se ti alleni 24×7

    Bello e chiaro. Complimenti

    • Nadia ha detto:

      Grazie Monica. ”

      Semplificare i processi per aumentare i risultati” è un concetto prezioso di cui teniamo troppo poco conto, tendendo piuttosto a fare l’esatto contrario. E questo mi fa venire in mente un mio capo ufficio di 25 anni fa che definiva alcuni suoi colleghi UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici) 😀

      Quanto a costanza e dedizione, certo sono preziose alleate per riuscire …e il bello è che se il karate ce l’hai dentro neppure le userai queste parole perché per te allenarti ogni volta che puoi sarà normale come respirare.

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