Che forma ha il tuo “luogo” felice? - Vivo Come Voglio
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Grigio, noia, brontolii, indecisione, sbuffi. Vago per casa da una stanza all’altra facendo cose sparse senza sapere cosa fare né perché farlo.

Poi ascolto la voce dentro. Scarpe, portafogli, chiavi, scendo, slego la bici e inizio a pedalare.

Già il solo fatto di aver preso una decisione: uscire, ha iniziato a smuovere qualcosa. Poi i gesti rituali che fanno sentire a Casa: sciolgo la catena, controllo le gomme, azzero il conta chilometri, apro il cancello, salgo la rampa, guarda a sinistra, guarda a destra e… Via.

Sono in sella da meno di cento metri e già il mondo inizia a cambiare: il grigio era dentro, fuori c’è il sole, il cielo è abbastanza azzurro e di fronte a me le montagne. Poi esco dal traffico ed entro nella ciclabile: silenzio, vigne, fiume, sole, erba, alberi. Qualcuno che corre o pedala, qualcuno che passeggia sé stesso, cani o altri umani.

Le gambe si muovono sempre più sciolte, la pedalata è profonda e veloce. Lo sguardo si accende, il sorriso ritorna. Il vento sul volto e contro il petto che porta profumi e suoni, che muove i colori, che mi sussurra “libera e felice, fiera e splendida, galoppa come me”.

Succede da che ho memoria. La mia prima biciclettina era arancione e con le rotelle, la vedo nelle vecchie foto, ma non ne ho ricordi. Poi invece è arrivata Furia. Era una biciclettina bianca, tipo Graziella e senza rotelle ed era il mio destriero. E quante cavalcate, quanti inseguimenti, quante avventure pedalando sui marciapiedi attorno a casa.

E da ragazzina al mare. Al mattino in spiaggia mi annoiavo e aspettavo solo che arrivasse il pomeriggio per evadere, attraverso i libri prima e sulla mia bici subito dopo. E starci le ore.

Negli anni del liceo ho iniziato ad andarci a scuola e da lì in poi la bici è stata il mio unico mezzo di locomozione per quasi trent’anni. Ci andavo davvero ovunque, con qualunque tempo, anche con la neve le poche volte che si faceva vedere in città.

Ed ogni volta che salivo in sella, ed ogni volta che salgo in sella, immediata dopo le prime poche pedalate quella magnifica sensazione di totale Libertà, di pace, di gioia. Poco importa se sono nel traffico o in campagna, se c’è il sole o piove, se sto andando a pedalare per il gusto di farlo, a raggiungere qualcuno o solo a fare la spesa.

Andare in bici è sempre stata da che ho memoria ed è tuttora, una sensazione magica, qualcosa capace di proiettarmi fuori dai problemi, in uno spazio tempo diverso, in un altrove speciale dove tutto funziona, tutto si risolve, tutto è come dev’essere e come voglio che sia.

Salgo in sella, inizio a pedalare ed è come se facendolo aprissi un portale entrando nel quale ritrovo la parte migliore di me. Respiro, vedo, sento, mi riempio.

Quando torno a casa tutto sembra come l’ho lasciato, ma in realtà tutto è diverso. I problemi che c’erano ci sono ancora ma si sono tinti del colore delle soluzioni. Molte domande hanno trovato risposta. Certe risposte hanno trovato una nuova domanda. Mille nuove idee fremono per essere create. Soprattutto: ora sono serena e felice, la giornata grigia ha lasciato il posto ad un nuovo arcobaleno.

E tu? Hai anche tu la tua “Bici/Cavallo” che ti porta dove tutto è possibile?

Un mezzo o un luogo grazie al quale ritrovi te stessa e dipingi coi tuoi colori il grigio attorno?

Se ti va raccontaci qui sotto cos’è e come ti fa sentire!

 

 

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