Vivere il momento o immortalarlo? - Vivo Come Voglio
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Alle volte ci lasciamo talmente prendere dal bisogno o dall’ansia di immortalare un momento che ci dimentichiamo di viverlo.

Fotografiamo per il desiderio di condividere quel momento con altre persone, fotografiamo per conservare memoria di un momento speciale, fotografiamo per poter dimostrare che: “c’ero anch’io”.

Qualcuna fotografa anche perché è il suo mestiere o la sua passione, ma questo è un altro capitolo. Infatti una cosa è “uscire A fare foto” diversa cosa è “uscire E fare foto”.

Nell’era della fotografia digitale, del sempre connessi e della vita sui social, “fotografare e condividere” sembra essere diventato quasi un bisogno di affermazione esistenziale:

“Condivido le mie Foto dunque Esisto”.

E va anche bene se ci fa stare bene, ma lo fa davvero?!

  • Che cos’è che ti spinge a scattare foto ad ogni cosa, compreso il piatto che hai davanti in pausa pranzo?!
  • E per quale motivo ogni 3 foto che fai 4 le posti su Instagram, Facebook e compagnia?
  • Che cosa c’è dietro quest’ansia da “scatto e posto”?

 

Guardare il mondo da dietro un obiettivo

Amo fotografare. Ho iniziato da ragazza con una macchina a pellicola ereditata da uno zio, una di quelle completamente manuali, con la custodia di pelle marrone e il carica rullino a rotella. Non ho più smesso.

Mi piace cercare inquadrature diverse, giocare con le luci, far risaltare un particolare piuttosto che un altro. Mi piace fotografare con calma, prendendomi tutto il tempo che serve per ogni scatto. Mi piace immaginare lo scatto e poi riuscire a realizzarlo esattamente come l’ho in mente. Mi piace cogliere l’attimo e qualche volta ci riesco.

Per anni ho girato con la macchina sempre pronta al collo o in mano perché metti mai che dietro quella curva ci sia una luce particolare, una nuvola bizzarra, un branco di stambecchi, l’aquila che sale a volo radente e io me la perdo!!! E poi vuoi non fare foto a chi hai davanti e a chi hai dietro e ad ogni micro variazione del panorama…

Quando poi sono entrata nel mondo del digitale, pancia mia fatti capanna, senza più il freno del numero di scatti limitato** ero costantemente con l’occhio dietro al mirino!

Finché un giorno ho dimenticato la macchina fotografica a casa e… mi sono goduta la passeggiata come non mi accadeva da anni!

Non subito. Ci è voluto qualche momento per digerire che non avevo nulla con cui fissare tutta una serie di particolari che stavo notando ed immortalare le persone che erano con me.

Ma è stato un breve momento, perché mentre vedevo l’inquadratura che avrei fatto se avessi avuto la macchina, mi accorgevo anche di come il non averla mi stesse permettendo di vivere quella passeggiata in modo completamente diverso.

Era come se il fatto di non avere la macchina mi togliesse da tutta una serie di “ansie da prestazione” che fino a qual momento non mi ero nemmeno resa conto di aver provato per tutti quegli anni. Ero nello stesso tempo più presente e più rilassata.

Per la prima volta dopo anni stavo davvero assaporando ogni istante di quella passeggiata. Per la prima volta dopo anni osservavo quei paesaggi senza altro pensiero che renderli parte di me.

 

Fotografare l’attimo o stare a goderselo?

Continuo a fotografare e da che ho iniziato a corredare i miei articoli con foto fatte da me, capita alle volte che d’improvviso mi metta ad armeggiare con il telefonino perché ho visto la foto perfetta per l’articolo che sto scrivendo.

Ma nello stesso tempo ho imparato a distinguere il tempo delle foto dal tempo “godi l’attimo”.

Un giorno esco a fare foto e mi porto tutto il mio armamentario, mi apposto dove so che ci sono marmotte o caprioli, mi accampo dal lato giusto del fiume e resto anche mezz’ora sullo stesso soggetto finché sono sicura di avere realizzato lo scatto che volevo. Vado da sola o con qualche amica con la stessa passione, così nessuna mette ansia a nessuna.

Un giorno invece esco a passeggiare, lascio la macchina a casa e il telefonino chiuso in tasca, e mi godo la passeggiata e, se sono in compagnia, le persone che sono con me. E se proprio quel giorno mi sbuca il capriolo ad un metro di distanza, mi fermo ad osservarlo e mi riempio della bellezza e gioia di questo incontro per tutto il tempo che dura.

 

Puoi cercare di fare la miglior foto o il miglior video di un evento.
Oppure puoi vivere l’evento assaporandone ogni istante
.

 

Certo nel secondo caso non avrai la foto o il filmino da postare in tempo reale sul tuo social preferito e su cui ricevere like e cuoricini, ma in compenso sarai talmente presente nel qui e ora da assaporare ogni sfumatura di quell’evento che resterà scolpito dentro di te per sempre come emozioni prima ancora che come immagini.

E il bello è che quando poi racconterai dell’evento saranno le emozioni che hai vissuto a creare le immagini nei cuori di chi ti ascolta e non le foto che hai scattato a creare in loro le tue emozioni!

 

 

 

** Nota per le ggiovani – un rullino permetteva max 36 scatti e il rullino e lo sviluppo delle foto avevano un costo abbastanza importante da non invogliare ad eccedere

la foto in testa all’articolo è presa dal web

 

 

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