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Sembra scontato ma non lo è affatto. Pensaci un attimo e risponditi sinceramente:

Quante domande ti fai ogni giorno?

E quante volte invece ti aspetti che ti piova dal cielo la risposta ad un interrogativo che ti rimbalza in testa e per il quale non hai mai davvero formulato in domanda?

Quante domande fai alle persone che incontri sul tuo cammino? E quante volte lo fai in modo criptico anziché in modo diretto?

 

C’è differenza tra avere “pensieri interrogativi” che ronzano in testa e che si mescolano ai milioni di pensieri che fai ogni giorno e formulare domande chiare e comprensibili.

I pensieri interrogativi sono spesso deboli e confusi e si perdono, come frecce lanciate a caso verso la boscaglia. Le domande invece hanno forza e chiarezza e formularle è come prendere la mira e lanciare la freccia dritto verso il paglione.

Vale per le domande su di noi e sulla nostra vita, quelle che facciamo o crediamo di fare a noi stesse o alla Fonte (all’Universo, a Dio, alla Grande Madre …come preferisci!).

Vale uguale per le domande che facciamo o che crediamo di fare alle persone che incontriamo sul nostro cammino e che sono poi sempre domande su di noi e sulla nostra vita anche quando non ci sembra.

 

La magnifica capacità di chiedere

La magnifica capacità che avevamo da bambine di fare domande in modo diretto e spontaneo ce la siamo persa quasi tutte nei primi anni di scuola, quando le convenzioni sociali e il mix di poco tempo + poca pazienza + poca conoscenza degli adulti che avevamo intorno ha iniziato a tarparci le ali.

L’infilata dei “1000 perché in un’ora” di quando avevamo 4 o 5 anni è stata frustrata fino ad estinguersi e l’innocente spudoratezza con cui facevamo domande considerate imbarazzanti, decisamente proibita.

Così abbiamo disimparato a fare domande e ci siamo convinte che sia cosa davvero disdicevole chiedere ad una persona in modo diretto qualsiasi cosa sia “non convenzionale” o rientri in quella che riteniamo essere la sua “sfera intima”, spesso molto meno ampia di quanto i nostri timori ci lascino credere.

Ci limitiamo al minimo sindacale delle domande “socialmente accettabili” e che sono per lo più banali, insulse, per nulla utili ai nostri bisogni più profondi. E in questo modo ci complichiamo spesso inutilmente la vita.

Ho detto Bisogni Profondi, Sì! Perché è a questo che servono davvero le domande:

trovare risposte utili al nostro bisogno profondo di quel momento, ricevere risposte che ci aiutino a fare il passo successivo lungo il nostro cammino.

Il fatto che abbiamo disimparato a chiedere non rende però le domande che abbiamo dentro meno forti e pressanti, anzi tutto il contrario. Solo che molte delle domande che vorremmo porre ad altri sono delle vere e proprie richieste di aiuto e se c’è un’altra cosa che da donne adulte ci fa una fatica del boia è chiedere aiuto.

 

Le non domande che non trovano risposta

Così finisce che cerchiamo di avere le risposte senza porre le domande, di avere l’aiuto che ci serve senza chiederlo. La paura e il disagio che ci assale all’idea di chiedere in modo diretto sono tali che ricorriamo agli stratagemmi più disparati.

Cerchiamo di portare il discorso nei dintorni dell’argomento e poi prendendola alla larga cerchiamo di condurre la conversazione sempre più vicino alla domanda che vogliamo, creando una sorta di Matrioska di domande che il più delle volte non arriva a scoprire la bambolina centrale perché l’abbiamo tirata talmente in lungo che è finito il tempo a nostra disposizione.

Oppure lasciamo cadere qua e là, tra le cose che diciamo o scriviamo, parole e mezze frasi che nella nostra testa esprimono un chiaro desiderio, ma in quella di chi ci sta di fronte probabilmente no.

Il fatto è, amica mia, che gli altri non ti leggono nel cervello. La maggior parte delle persone che incontri non ti conosce abbastanza per intuire cosa vuoi. Ma anche le persone che ti conoscono bene, se non sono telepatiche, il più delle volte non capiscono di cosa hai bisogno in quel momento se non lo chiedi chiaramente.

Certo capita nella vita di incontrare una di quelle persone molto sensibili e intuitive e nell’attenzione e sagge, che avvertono il tuo disagio e il tuo bisogno e in qualche modo sanno cosa vorresti chiedere. Ma in genere queste persone, proprio perché sono sagge oltreché sensibili, aspettano che tu faccia la tua domanda per rispondere, che tu chieda l’aiuto che ti serve per dartelo.

E lo fanno perché hanno imparato nel tempo e a loro spese che non si può aiutare chi non vuol essere davvero aiutato e che chi davvero vuole aiuto e risposte chiede in modo diretto.

Le richieste criptiche non sono vere domande e quindi non permettono alla risposta di arrivare.

Le richieste criptiche di aiuto o ascolto, spesso ci escono di bocca (o dalle dita se scriviamo) nostro malgrado. Sono domande che abbiamo sepolto così in profondità dentro di noi da crederle scomparse e che invece sono sempre lì, più bisognose di risposte che mai e saltano fuori quando meno ce lo aspettiamo, in un momento di stanchezza o di non lucidità.

Quando è così non siamo pronte a ricevere la risposta o l’aiuto e se chi riceve la richiesta la decripta e ci viene incontro, finisce che facciamo come il proverbiale tizio che “lancia il sasso e poi nasconde la mano”.

 

Le risposte dell’Universo che ci perdiamo per strada

Il motivo per cui mi sono dilungata tanto su questa cosa delle Non Domande alle persone che incontriamo è che spesso succede una cosa davvero buffa.

Siccome chiedere all’Universo (DeaMadre, Dio, La Fonte…) è qualcosa che possiamo fare nell’intimità della nostra stanza, ci viene abbastanza facile farlo e lo facciamo e spesso.

Poco importa se conosciamo e abbiamo chiaro il funzionamento della Legge di Attrazione e lo applichiamo o se dialoghiamo con divinità, angeli e santi come ci hanno insegnato da bambine. Vogliamo una cosa e ci mettiamo in preghiera (chiediamo) per ottenerla.

Fonte di Luce mostrami come fare per fare questo, ottenere quello, risolvere quest’altro

Grande Madre guida i miei passi perché possa arrivare a capire, a fare, a conoscere, a migliorare la mia vita

E la Fonte risponde. Lo fa sempre ed immancabilmente.

Abbiamo chiesto aiuto e consiglio per sbrogliare qualcosa che non va nella nostra vita e la Fonte ci manda Paola, Giovanni, Carla, Antonio, Maria…

La Fonte ci manda la Persona o le persone che possono darci le risposte di cui abbiamo bisogno, che hanno vissuto qualcosa di simile a ciò che stiamo vivendo noi e ci possono raccontare come l’hanno sfangata.

L’Universo ci manda la persona che sa fare quello che ci serve. Ci manda la persona che può introdurci alla nuova vita che vogliamo. Ci manda la persona che può mostrarci l’inizio del sentiero, la porta da attraversare per arrivare dove vogliamo Essere.

Dio ti manda sempre “la risposta alle tue preghiere” e molte volte la risposta è una Persona.

Ma tu hai in mente che le Risposte debbano arrivarti direttamente dall’alto tipo illuminazione sulla via per Damasco e non Chiedi alla Persona che ti è stata mandata anzi, cerchi persino di tenerla a distanza perché in qualche modo ti scombussola e i movimenti di pancia, si sa, sono fastidiosi.

E dopo un po’ l’Angelo che ti è stato mandato, stufo di essere ignorato e scansato, esce dalla tua vita e va dove può essere davvero di aiuto e tu resti lì a lamentarti perché Dio non ti ascolta!

 

1 Comment

  1. Monica Moro ha detto:

    Mi hai fatto venire in mente una vecchia storiella, su di un uomo che si perde nel deserto, gli muore il cammello e rimane solo a piedi senza avere idea di dove andare.
    Cammina e prega chiedendo a Dio di aiutarlo a ritrovare la strada, chiedendo a Diodi mostrarli la via per salvarsi.
    Dopo due giorni, sfinito, si ferma vicino a delle rocce e poco dopo passa un uomo con un cammello che lo raccoglie e lo porta in salvo.
    L’uomo viene curato, e dopo qualche tempo gli chiedono cosa abbia pensato nei due giorni in cui è stato smarrito. Al che l’uomo risponde che ha chiesto aiuto a Dio tutto il tempo, ma che non ha avuto alcun aiuto da Dio. Solo dal viandante che ha incontrato per caso….
    Beh. Ci siamo capite no?

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