Chi ha paura del successo? - Vivo Come Voglio
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Hai mai pensato di poter avere paura del successo?  Ti capita di aver paura che ti dicano il Sì che vorresti?

Quanto ti fa paura il pensiero di arrivare a realizzare te stessa e i tuoi sogni e vivere finalmente la vita che vuoi e meriti di vivere?

 

Si mormora tra i guru che il successo faccia molta più paura del fallimento. Si dice che le persone abbiano molto più paura di scoprirsi luminose che oscure, che il nostro potere ci faccia molta più paura della nostra presunta incapacità. Si racconta di persone che ogni volta che arrivano vicine al successo falliscono repentinamente. Si scrive di casi in cui, dopo aver tanto inseguito un Sì, il riceverlo mette in fuga.

La prima reazione a queste affermazioni in genere è “ma perché diavolo dovrei aver paura di avere successo, di sentirmi dire Sì?! Ci sto mettendo l’anima in questa cosa. La mia paura è che fallisca non che abbia successo. Ho paura che mi dicano No, non che mi dicano Sì!

Anch’io l’ho pensata a lungo così. Per anni mi sono vista prospettare, in modo più o meno esplicito, tutti i rischi collegati al provare cose nuove, al percorre strade poco battute, all’uscire dal binario. Ci vogliono un sacco di tempo, energia e soldi e se poi non va sei fregata. E si sa che solo “uno su mille ce la fa” mentre gli altri 999 fanno gran fatica per poi prendersela là.

E adesso viene fuori che alla paura del fallimento che ci hanno tanto ben inculcato sin dall’infanzia, tocca aggiungere pure quella del successo… OMG!

Poi ho iniziato a sperimentare quello che dal mio punto di vista è  “avere successo” e ho dovuto ricredermi.

A quanto pare sta cosa che raccontano è vera: il successo, nelle sue varie forme, fa mooooolta più paura del fallimento e, per di più, siccome non siamo abituate a considerare questa opzione, la paura del successo ci frega ancora di più della paura del fallire, perché ci destabilizza.

Il perchè della tua paura del tuo successo è cosa tua. Ognuna di noi ha la sua personalissima causa bloccante. E possiamo averne anche più di una, in base all’ambito in cui ci stiamo muovendo: lavoro, relazioni, soldi, realizzazione personale… Avere successo infatti non riguarda solo l’essere ricchi e famosi come spesso tendiamo a credere.

Avere successo è riuscire a concretizzare qualcosa che per noi è importante. È ricevere un Sì che inseguiamo anima e corpo.

Avere successo è trovare il tuo spazio per dipingere e portare i tuoi quadri ad una mostra.

Avere successo è creare la relazione che vuoi con la persona che va bene per te.

Avere successo è pubblicare le tue poesie, o magari anche solo scriverle.

Avere successo è costruire la tua casa come l’hai sempre sognata, anche se è così diversa da come gli altri si aspettano tu la sistemi.

Avere successo è fare il lavoro che ti piace talmente tanto da non sembrarti nemmeno un lavoro.

Avere successo è vivere nel posto che ti fa stare bene.

Avere successo è tirare fuori il tuo sogno dal cassetto prima che faccia la muffa e trasformarlo in realtà.

Avere successo è dirti quel grande Sì che trasformerà la tua vita per sempre.

Ed ecco che un giorno sto benedetto sogno lo tiri fuori e inizi a lavorarci dietro e passo dopo passo lo porti avanti, lo costruisci, lo coccoli, gli dai corpo, gli dai tempo, gli dai amore, finché d’improvviso Eccolo! il tuo sogno si è materializzato.

È lì davanti a te, bellissimo, fantasmagorico, emozionante. Lo guardi rapita, ci giri attorno incredula, hai le farfalle nello stomaco e una voglia pazza di danzare tutta la tua gioia.

È un momento magico. Dura 10 minuti o 10 giorni. Poi Ego si sovrappone ad Anima e fine. Le luci si spengono, la gioia si trasforma in ansia, le farfalle in crampi, entri in modalità fuga e tutto crolla.

Questo è “paura del successo”.

E succede perché dentro te c’è qualche credenza limitante talmente forte e radicata che ti sta bloccando. Per un po’ è restata a cuccia pensando che come tuo solito ti saresti limitata a sognare. Poi si è accorta che sta volta stava andando diversamente e che il sogno non era più un sogno. E allora si è svegliata desta e ha iniziato il suo gioco a tirare indietro, quel gioco che i guru chiamano “auto-sabotaggio”

I motivi profondi per cui sabotiamo il nostro successo sono tanti quante le persone ma sono raggruppabili in alcuni filoni, tra cui uno dei classici è rappresentato dalla Paura del Vivere Davvero la vita che vuoi.

Finché sogni e ti giri i tuoi film su come potrebbe essere e su come sarebbe bello se, sei nel mondo della finzione e delle infinite possibilità. Sei la regista e insieme la sceneggiatrice del tuo film dove puoi girare e rigirare ogni scena finché è esattamente come la vuoi. E poi tra un paio di mesi puoi sempre cancellarla e rigirarla da zero inserendo nuovi elementi.

Quando invece entri nel mondo del reale le cose cambiano. Hai un solo ciack per ogni scena e ti tocca recitare a soggetto con persone che il tuo copione non l’hanno neanche mai visto e non sanno come vuoi che il tuo film vada a finire e non hanno alcun particolare interesse a recitare come tu hai in mente debbano fare.

L’hai immaginata cento, mille volte la scena in cui arriva il successo ma ora che è reale improvvisamente ti accorgi che la realtà ha un peso diverso, che ti tocca viverla davvero adesso e per intero, che devi prenderti la responsabilità di tutto quello che accade nella scena ed attorno ad essa. E questo può fare davvero tanta paura.

So per esperienza che per quanto possa venir ben spiegato da scrittrici ben più scafate di me, è un concetto questo difficile da far proprio perché a Ego fa ben comodo che non lo assimiliamo. E tuttavia è importante capire cosa significa, perché, come si dice: “se lo conosci, quando arriva lo riconosci, e non ti uccide”. Così provo a portartelo con un racconto che mi si è materializzato in testa quest’estate e che è un po’ diverso da quelli che si trovano nei guru-libri.

 

Il forte contrasto tra ciò che la pancia e il corpo sanno e vogliono ma che la mente scansa spasmodicamente fino a rifiutare l’idea che sia possibile, crea in lei un tremito interiore tanto forte che il corpo ne è interamente scosso.

Dopo tanto attendere e fantasticare ora lo ha fatto. Ha mosso i suoi passi, ha giocato le sue carte, si è riempita di coraggio e si è lanciata in quel salto senza rete che è l’andare verso la vera lei, quella che finora non si è permessa di essere. È felice ora eppure trema.

Da tempo sa di essere attratta da quella donna in modo speciale, ma non si è mai permessa di andare oltre, di scoprire che quello che vuole è possibile, di accettare che quello che Sa vale più di tutto quello che ha sentito dire.

Da tempo Vuole avvicinarla in modo esplicito, trasformare ciò che ha dentro in realtà ma non ha mai osato farlo per paura che sia tutto nella sua testa, che sia tutto sbagliato, che non sia possibile, che non si possa fare, che non sia roba per lei. Si è sempre tenuta un passo indietro nel timore di venire respinta, di essere derisa, di venir additata, di essere allontanata dalla donna che la attrae, con cui sta bene e di cui non vuole perdere la presenza. E gli altri, come l’avrebbero presa gli altri, cosa avrebbero detto, fatto, pensato?

Sino ad ora.

Ora ha fatto una cosa che non avrebbe creduto di poter davvero fare.

In un momento qualunque di un giorno qualunque, nel silenzio di quella piccola oasi tra prato e cielo, si è riempita di sole, ha raccolto tutto il suo coraggio in un unico respiro e con un gesto impulsivo, calmo e precipitoso nello steso tempo, si è sdraia su di Lei.

E la donna non la respinge, né la allontana, né le chiede cosa stia facendo. La donna la accoglie, la avvolge con le braccia e con il sorriso e la accarezza dolcemente aspettando che lei smetta di tremare.

Perché è quello il momento in cui il tremito ha inizio. Nel preciso istante in cui l’altra donna la abbraccia il suo film non è più un film, la sua fantasia non è più fantasia ha ricevuto il suo Sì e d’improvviso si accorge che quel Sì le fa più paura di tutte le declinazioni di No che si sia mai immaginata.

Ed è questa paura che la fa tremare, una paura ancora più forte di quelle nominate, perchè quelle le ha già viste, già sperimentate, le conosce, sa cosa si prova a viverle e le può chiamare per nome …può filmarsi in anticipo, e lo ha fatto enne volte, cosa dire e fare per affrontare la situazione di rifiuto. Al No, al rifiuto, al fallimento è preparata da tutta la vita.

Ora invece è di fronte ad una cosa nuova, che non conosce. Ok è da tempo che vorrebbe questo Sì, che lo insegue, che immagina la scena, le scene, di come potrebbe essere. Ma ci fantastica su senza mai davvero credere che sia davvero possibile.

Tutti quei film che si è girata in testa non l’hanno davvero preparata al Sì perché la mente li ha sempre catalogati come “momento di evasione”, fantasia che tale resterà, niente allarme. E ora che l’altra donna non solo non la caccia ma inizia ad attirarla a sé, la sua mente non è pronta, non si è mai aspettata davvero di dover affrontare il successo, non sa come gestirlo, non crede di potersi autorizzare a quel Sì, non sa cosa deve o può fare ed è ora che lei inizia a tremare.

Inizia a tremare perché là dentro, tra testa e cuore, è in corso la sempiterna battaglia tra anima ed ego tra la pancia che Sa e la mente che non vuol credere che esista qualcosa fuori dai suoi schemi.

Inizia a tremare perché ora ha due possibilità davanti e deve scegliere velocemente, prima che l’incanto si rompa, quale delle due strade seguire.

Può avere il coraggio di uscire dalla gabbia in cui è stata finora, lasciare che l’altra donna la accompagni mentre trova finalmente e completamente sé stessa e permettersi di vivere il suo Sì, la sua vera vita, con tutto quello che comporterà e che ancora non consce, affrontando il successo un passo alla volta.

Oppure può cedere alla paura, fare un passo indietro, fuggire da quel Sì, da quel successo tanto sognato, creare un inciampo che la faccia rientrare nella sua gabbia e chiudere la porta. Perché quella libertà tanto rincorsa e desiderata in realtà non sa bene cosa sia e non sa come affrontarla, come viverci dentro… e cosa accadrà se non ne sarà capace, e se non saprà gestire quello che accade, e se le cose non andranno come se le è filmate, e gli altri, cosa diranno gli altri?

In fondo la sua gabbia ha dei vantaggi, della sua gabbia conosce ogni centimetro, ogni sbarra, ogni prospettiva, là fuori invece è tutto così nuovo, tutto così diverso, tutto così spaventoso.

 

Tu che dici? Come andrà a finire questa storia? E come vanno a finire le tue?

 

Photo by Ambreen Hasan on Unsplash

 

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