Respira i tuoi passi e arriva dove vuoi - Vivo Come Voglio
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25 Luglio 2017
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Tutte le cose che senti e leggi sul come vivere meglio sono ronzio di mosche fino all’istante in cui leggi o senti la cosa che ti serve in quel momento, scritta o detta dalla persona che in quel momento è quella giusta.

Allora improvvisamente Ti Accorgi e in un tac fai tuo il concetto e inizi a mettere in pratica senza fare fatica, spontaneamente.

Quest’estate mi sono ritrovata a fare una cosa che mai avrei immaginato: puntare la sveglia durante le vacanze ad un orario che neanche quando mi aspetta una giornata di denso lavoro. Due mattine alla settimana in piedi prima dell’alba e via verso una bellissima radura tra i Monti Pallidi a Respirare insieme ad altre donne mentre il solo sorge.

Condotte da Irene facciamo degli esercizi mirati a respirare in modo corretto e di conseguenza stare meglio fisicamente e innalzare l’energia vitale. E tra un esercizio e l’altro nascono domande e risposte e vien fuori il discorso del respirare a bocca aperta, cosa che spesso facciamo con l’idea di introdurre nel corpo più aria in meno tempo e ridurre così l’affanno, ma che il più delle volte non dovrebbe servire.

Ora, quando fai dei lavori su di te, delle ennecento cose interessanti che escono in una sessione, in genere ce ne sono 2 o forse 3 che vanno avanti a rimbalzarti in testa e, sempre in genere, sono quelle di cui hai bisogno in quel momento.

 

Così succede che quel pomeriggio, camminando per le stradine di questo paese dove “in piano” è un concetto astratto, mi accorgo che sto respirando a bocca spalancata rumoreggiando più di un mantice in piena attività e mi viene da chiedermi: “Ma Perché?”.

Ok la salita e ripida e io son donna di peso oltre che poco allenata, ma sono anche in vacanza. Sono a zonzo per il paese. Sto salendo a bere il caffè al bar che è aperto fino a notte e dove non ho appuntamenti di sorta… epperchèdiavolo sto arrancando? Perché non vado semplicemente al mio passo?

Respirare a mantice lo fanno i corridori della domenica che si improvvisano tali e pensano che più ansimano e sudano e più si stanno allenando. Oppure i corridori professionisti nelle fasi più complesse della maratona.

Ma io mica sto correndo la maratona e neanche tu immagino, non in questo momento almeno!

E continuando a camminare procede anche il pensiero e salgono subito alla mente immagini di tante donne che conosco che sono sempre di corsa, sempre in affanno, anche quando sono ferme. E l’essere di corsa è diventata una tale abitudine che si ritrovano in affanno anche quando non ce n’è davvero nessun buon motivo.

 

Ma esiste davvero un buon motivo per essere sempre di corsa?

Tu ce l’hai un Vero Buon Motivo per correre sempre?

Perché io non l’ho mica trovato! Tanti motivi apparenti, quelli Sì. Motivi che in genere riguardano i bisogni degli altri. Ma un Vero buon motivo per correre, non sono riuscita a vederlo.

 

Io vengo dalla Grande Città e c’è quest’idea che la vita di città sia frenetica e che in città, specie nelle città del Nord, non si possa fare a meno di correre. In realtà mi accorgo che in città incontravo donne placide come mucche al pascolo con cui stare a chiacchierare per strada anche mezz’ora e incontro invece donne di paese che corrono tutto il giorno come avessero sbagliato a riporre il peperoncino e ti parlano con frasi sovrapposte perché se le mettono di fila va via troppo tempo.

Mi accorgo che la frenesia non è legata a dove vivi, con chi e facendo cosa ma solo al come vuoi vivere. E mi accorgo che io voglio vivere al mio ritmo eppure continuo ad avere la tentazione di correre.

Spesso il continuo correre, il mettere in un giorno più cose di quante ce ne stiano in un mese non ha nulla a che fare con gli altri e non è in alcun modo un’imposizione esterna (a cui comunque puoi sempre dir di no!).

Spesso tutto questo correre e affannarsi e riempirsi la giornata e la vita di impegni e cose da fare è piuttosto uno scudo, una difesa, una corazza, un tenersi occupate al limite estremo così da non avanzare spazi di tempo in cui fermarsi a vedere che la vita che stiamo vivendo non è quella che vogliamo …che noi non siamo quello che vogliamo essere.

E prese da quest’onda poi finisce che viviamo tutto allo stesso modo, sempre in rincorsa, sempre col pensiero a quello che dovremo fare dopo anziché attenzione a quello che stiamo facendo ora, anche quando avremmo tutto l’agio di fare con calma.

Prese da quest’onda ci perdiamo nell’affanno e perdiamo con esso colori, sapori, profumi, emozioni, sensazioni, non siamo mai nel presente, in quel “qui ed ora” in cui è la Vita.

 

Perché dunque non tieni il tuo passo, quello che ti permette di respirare normalmente con il naso?

Perché ti crei affanno anche dove e quando non serve?

Chi devi raggiungere? Chi devi superare?

A chi devi far vedere che “sei di corsa”, che hai un sacco da fare, che sei una donna impegnata?

Da chi o da cosa stai fuggendo?

 

Sono forti questi esercizi di respirazione. Vai lì pensando che saranno utili a ripulire un po’ i polmoni, e poi invece, mentre li fai e ne senti le spiegazioni, ti accorgi di un sacco di cose della vita che con il respiro apparentemente non c’entrano nulla, ma solo apparentemente.

Prova a farlo. Prendi un giorno qualunque, di lavoro o di vacanza che sia poco importa (tanto corriamo anche in vacanza!) e respira tutto il giorno solo con il naso. Il primo effetto immediato è che ti tocca rallentare il ritmo. Il secondo è che ti accorgi di quante volte devi osservarti per continuare a respirare col naso (non con la bocca e non stare in apnea). Il terzo, il quarto e il quinto dimmeli tu, che ciascuna quando si osserva fa le sue scoperte

Io per me ho scoperto che vivere respirando col naso è molto meglio e ho preso una decisione:

da oggi respiro solo con il naso = vado al mio ritmo.

Quando cammino certo, ma anche quando mangio, quando lavoro, quando faccio la spesa, quando faccio qualsiasi cosa capiti di fare in un giorno.

 

Un paio di giorni dopo tutti questi pensieri è arrivata una “giornata da cime”, cioè una di quelle giornate che anche io posso lanciarmi a far sentieri più lunghi, alti e impegnativi. Così ho puntato la mia meta e ho deciso di mettere alla prova il mio proposito: respirare solo con il naso per tutta la salita e quindi di andare sempre al passo che il corpo mi permetteva in quel momento e quindi rischiare di non raggiungerla la meta. E’ andata che:

Un passo dopo l’altro,
al mio passo,
come il mio corpo sa,
senza affannare il respiro,
in gara con nessuno,
in compagnia dalla bellezza,
arrivare alla meta ancora piena di energia.
Stupore, gioia e gratitudine.
Mi godo lo spettacolo delle cime e penso:
m
ai come oggi ho così amato questa camminata!

Quel giorno ho capito che quando vai al tuo passo, senza rincorrere nessuno, senza voler dimostrare nulla, respirando profondamente e semplicemente godendoti la camminata per te stessa, per la gioia che ti dà, disposta a fermarti per tutto il tempo che ti serve se ti serve, finisce che alla meta ci arrivi per certo, magari in un po’ più di tempo, magari in meno tempo, di certo con molta meno fatica di quando corri e con l’Energia aumentata anziché esaurita. E siccome sei ancora in piene forze puoi goderti appieno la meta oltre che il viaggio.

 

E tu vuoi davvero essere sempre di corsa? O vuoi respirare con il naso?

 

 

 

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