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Ogni scelta contiene due rischi: quale vuoi correre?

Ci hanno innestato nei geni sin dall’infanzia una convinzione subdola che suona più o meno così:

«Se dico a Tizia una cosa che penso e che per me è importante ma che a lei potrebbe risultare sgradita rischio che Tizia si offenda o arrabbi e mi tagli fuori dalla sua vita, quindi meglio non dirgliela.»

Stesso quando si tratta di fare qualcosa di particolare come inseguire un sogno:

«Se ci provo e va male rischio di perdere tutto e quindi mi tengo il sogno nel cassetto e continuo a far finta che la vita che vivo mi soddisfi così com’è»

E’ un’idea che gioca su una delle nostre 5 paure fondamentali, che in dose maggiore o minore tutte abbiamo, ed è la paura di perdere ciò che abbiamo, cose o persone che siano, e trovarci sole e abbandonate, misere e respinte.

Una paura talmente radicata e subdola che ci induce a formulare la domanda in modo che ci mostri solo un lato della medaglia: il “Rischio lato A”, tenendo invece ben celato il “Rischio lato B” ovvero il rischio che corriamo se questa paura non la affrontiamo.

 

 

Ogni scelta che facciamo comporta 2 Rischi

Succede un po’ ogni volta che dobbiamo scegliere tra la via battuta e la traccia di sentiero, tra come “fanno tutte” e come sentiamo di fare giusto per noi, tra la certezza di quello che c’è e l’incertezza di quello che ancora non esiste né mai esisterà se non lo creiamo.

“Dico/faccio/vado/agisco e rischio di “perdere tutto” oppure lascio le cose come stanno?”

Questo ci chiediamo in genere davanti ad un bivio e messa così la faccenda fa sudare freddo. Insomma “perdere tutto” è un gran bel rischio.

Ma in vero è un gran bel rischio anche lasciare le cose come stanno, specie se stanno in un modo che non è esattamente quello che vogliamo.

Da una parte (lato A) c’è il rischio percepito di perdere tutto subito,

Dall’altra parte invece (lato B) c’è un rischio meno visibile nell’immediato ma molto più grande e debilitante a lungo termine che è: continuare a vivere in una finzione, restare intrappolate in una vita che non è la nostra e che ci sta stretta, non realizzare il nostro sogno e, cosa più terribile di tutte, passare il resto della vita a chiederci cosa sarebbe successo se avessimo scelto quello che in quel momento sembrava il rischio maggiore

Il doppio rischio c’è in tutti gli ambiti ma per farti un esempio uso un super classico da commedia romantica in cui ti puoi immedesimare facilmente a qualunque età e comunque sia la tua vita:

“Ti innamori di KQ (lui o lei poco importa) ma non hai il coraggio di dirglielo per non rischiare, se ti dice no, di perdere il rapporto di amicizia che c’è tra voi”

 

Rischio lato A » affronti la paura

Qual è la cosa peggiore che può succedere se ti dichiari o se almeno fai chiaramente capire che per te c’è di più che solo un’amicizia?

Che l’altra persona dia di matto, ti allontani blaterando baggianate sconnesse e dica di non volerti vedere mai più? E tu così ti troverai d’improvviso proiettata dalla nuvoletta rosa del sogno romantico al nulla? E’ questo lo scenario peggiore?

Beh! Se va così è certo che sul momento sarà terribile e ci starai malissimo. Ma quella morte che senti dentro in quel momento, sempre che ci sia, ha una data di scadenza. Può durare un giorno o un mese, un anno ma anche solo un’ora.

Corto o lungo che sia sarà un tempo di sofferenza e fatica di vivere, ma poi finisce!

Succede sempre, perchè è il ciclo naturale delle cose, il ciclo perpetuo “Vita Morte Vita” dove da ogni morte nasce una nuova vita.

Succederà così che, alla per te giusta distanza di tempo, guarderai quella persona e ti chiederai: ma come ho fatto ad innamorarmene?

E magari la ringrazierai anche per averti “rifiutato” perché… no dico, ma hai visto come ha reagito? e le hai sentite le robe che ha detto? ma davvero avresti potuto e voluto passare la tua vita o parte di essa con una persona così altra da come pensavi che fosse e da come sei tu?

E questo è il caso peggiore. Negli altri casi va molto meglio.

Si va da un No che però non ha contorni di scenate, ad un No che vi allontana ora ma che lascia comunque il bene delle cose belle vissute insieme e la possibilità di ritrovarvi a distanza di tempo e scoprire di poter ritrovare l’amicizia che c’era, fino al cinematografico “Sì, Sì, Sì aspettavo solo che me lo chiedessi” che non dichiarandoti non avresti mai ottenuto.

 

Rischio lato B » metti la testa sotto la sabbia

Ti racconti che non ti dichiari perché se KQ ti dice no poi magari finisce che rovini o perdi l’amicizia che c’è tra voi e… ?!? !!!

Rovinare l’amicizia!!??!!!??  Ma tu, santa donna che sei, ogni volta che vedi KQ o pensi a KQ ti ritrovi con i cuoricini negli occhi e le farfalle nello stomaco, ti esce la ridarola ad ogni sua minima battuta e ti sale l’ansia ogni volta che tarda a rispondere a un messaggio…

Sei Innamorata! E quella che stai chiamando Amicizia non è più tale dal preciso momento in cui hai preso coscienza di essere innamorata, l’amicizia te la stai facendo bastare ma non ti basta in realtà.

E ora immaginati come può essere passare la tua vita in una specie di costante limbo in cui sei sempre lì sospesa in attesa di KQ facendo finta di non essere innamorata per non rischiare di essere respinta.

Immaginati mentre vivi in un costante stato di speranzosa attesa mista a perpetuo malessere di fondo, cercando di essere oggettiva quando ti confronti con KQ, ma senza mai riuscirci davvero, specie se ti chiede consigli su faccende che in qualche modo potrebbero allontanarvi. Vai avanti coltivando giorno dopo giorno il pallido fuocherello del “andrà come nei film, si accorgerà di me e…” e morendo dentro quando poi alla fine KQ si innamora Sì, ma non di te, e anzi a te che porti stampato in fronte la parola “AMICA” scritta a caratteri cubitali che tu stessa hai tracciato, verrà a raccontare tutto il dicibile e anche il meno dicibile della sua nuova passione/relazione.

Quanti libri e film ci sono che raccontano questa storia?!

Pensa alla tristezza di essere spesso insieme ma mai davvero insieme, alla fatica di non avere mai certezze, allo struggimento di ogni volta che esce con una persona che potrebbe prendere il tuo posto, al vuoto di non vivere mai davvero pienamente, alle belle persone che potresti avere accanto e a cui rinunci perché tanto il tuo cuore è legato a questo sogno, alle cose nelle tue corde a cui rinunci perché a KQ non piacciono e a quelle in cui ti infili anche se per te non valgono nulla pur di stare con lui/lei…

Che dici? Non è forse anche questo un rischio? E tra i 2 non è forse il peggiore?

E pensa alla beffa finale se 5/10/30 anni dopo il giorno in cui hai deciso di “non correre il rischio di dichiararti” scoprissi che se l’avessi corso quel rischio avresti ricevuto un Sì.

 

In ogni scelta che ci troviamo ad affrontare ci sono 2 rischi:

  1. uno più evidente e temuto e tuttavia, il più delle volte, meno brutto di come ce lo dipingiamo,
  2. l’altro più nascosto ma che spesso ci porta a morire dentro.

Tu quale scegli di correre?

 

You’ll miss the boat if you are scared
pheraphs you’ll fail, at least you’ve dared
You’ll never know untill you try
‘cause life’s a bitch …and then you die!

(perderai la barca se hai paura, magari fallirai ma almeno avrai osato, non potrai saperlo finché non ci provi, che la vita è una puttana e poi muori)

 

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