Se non ora, quando? E il passato dove lo metto? - Vivo Come Voglio
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Ma il passato è solo ombre deformate della memoria e il futuro non esiste, tutto ciò che abbiamo è l’Adesso, il qui e ora, e ORA è il solo momento che ho per Essere Per ME e insieme essere nel TUTTO

Così finiva l’ultimo articolo breve che ho pubblicato settimana scorsa (lo trovi qui) e che ha suscitato un po’ di domande e commenti nei gruppi e nei social in cui l’ho condiviso. Tra le varie:

Liberarsi del passato in uno schiocco di dita, per vivere nel Presente, si può fare?

Sì che lo possiamo fare se lo vogliamo ma, in vero, non è affatto necessario farlo per vivere nel qui ed ora e non nel passato.

Il nostro passato è ciò attraverso cui ci siamo create così come siamo ora: meravigliosamente imperfette.

Il nostro passato è fatto di momenti meravigliosi e momenti terribili, di episodi magici e di episodi terrificanti. È fatto di ore di grande gioia e di ore di grande tristezza. È un amalgama di carezze e pugni, di elogi e insulti, di sorrisi e lacrime, di serenità e dolore, di tutto e del contrario di tutto… e ciascuno di questi momenti, ciascuna delle situazioni che abbiamo vissuto ci ha portato qui dove siamo adesso e ci ha reso chi siamo ora.

Abbiamo tutte momenti del passato in cui ci piace rituffarci e rifugiarci di tanto in tanto e star lì un po’ a lasciarcene coccolare e ricaricare.

Abbiamo tutte momenti del passato che vorremmo davvero poter cancellare con una passata di spugna e fare come se non fossero mai stati e che invece di tanto in tanto escono dalla scatola della mente in cui li abbiamo chiusi e vengono ad appollaiarcisi su una spalla rovinandoci la giornata e magari anche l’intera settimana.

Abbiamo tutte giornate in cui vorremmo fare un salto in uno di quei momenti del passato in cui stavamo tanto bene e tutte abbiamo giornate in cui vorremmo avere un incantesimo che cancelli quelle situazioni del passato con cui, come si suol dire, non abbiamo ancora finito di fare i conti.

E va bene così, se accade “di tanto in tanto”. Non va bene invece se diventa una costante. Ma non va bene non perché lo dice qualche guru e sta scritto nei libri. Non va bene perché a stare troppo nel passato, a lasciare che il passato occupi troppo spesso lo spazio del presente ci facciamo solo del gran male.

“Vivere nel passato” significa: prendere qualcosa che non è più, che è finito da tempo e continuare a portarlo nel presente, e riempirci il presente, e soffocare con esso il presente.

Vivere nel passato è cristallizzarci in un bel momento vissuto e morire lì dentro.

Vivere nel passato è impaludarci in un brutto momento vissuto e morire lì dentro.

Perché è questo che succede quando permettiamo costantemente al passato di prendere il posto del presente: smettiamo di vivere. E poco importa se il passato in cui ci fossilizziamo è stato bello o brutto. Se non ci tiriamo fuori da lì, se non rimettiamo il passato nel passato e noi nel presente, tutto ciò che otteniamo è questo: smettere di Vivere.

Quando avevo venticinque anni pesavo 50 chili, ero sempre in movimento, tonica ed allenata anche senza fare sport e scalavo le montagne senza quasi accorgermi della fatica. Oggi, raddoppiati gli anni e anche i chili, l’amore per le passeggiate è rimasto lo stesso di allora ma ci sono giornate in cui mi risulta oltremodo faticoso camminare percorsi lungo i quali tempo fa avrei potuto tranquillamente correre.

Posso allora, invece di andare a camminare e deprimermi perché faccio fatica, mettermi comoda sul divano con il mio album di foto, reali e immaginarie, di quando ero atletica e crogiolarmi nostalgicamente nel ricordo di quei tempi …e così facendo ingrassare sempre di più e perdere del tutto il tono muscolare e mese dopo mese, morendo nel passato, trasformarmi in una sorta di balena spiaggiata.

Posso allora uscire a camminare sì, ma farlo nel continuo confronto tra ora e allora, lamentandomi ad ogni passo e affliggendo ogni amica che incontro lungo la strada con tutta la pesantezza emotiva e mentale della mia pesantezza fisica …e così facendo morire un po’ ad ogni passeggiata

Posso allora darmi un tempo ben preciso, dieci minuti? un’ora? mezza giornata? per sfogare l’infilata di emozioni a bassa frequenza riguardo al fatto che “non c’ho più il fisico di una volta” e poi andare a camminare “nel presente”, procedendo al mio passo di adesso, godendomi il sole e la neve, respirando il bosco e il fiume, nutrendomi delle meravigliose emozioni e sensazioni che dà il procedere a passo lento lungo un sentiero di montagna e magari anche delle piacevoli chiacchiere con un’amica che sa bene che “non c’ho il fisico” e quel giorno, essendo appunto un’amica, adatta il suo passo al mio …e così facendo vivere nel presente e accorgermi della magia racchiusa nel fatto che oggi, in un giorno qualunque di un mese qualunque, sono qui a camminare tra sole e neve per un sentiero di montagna, cosa che fino a qualche anno fa era solo un sogno e notare poi, se proprio devo fare un confronto, che oggi ho camminato molto meglio rispetto a tre giorni fa e godermi questo piccolo grande successo.

 

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