in che senso "per scelta di vita"? - Vivo Come Voglio
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“motivo del cambio, famiglia o lavoro?”

“nessuno dei due!”

“beh ma perché si trasferisce?”

“perché mi va di farlo!”

“sì ma è legato alla famiglia o al lavoro?”

“a nessuno dei due. Mi sposto perché voglio farlo”

“??!!!???”

“senta non ce l’ha lì una voce ‘altro’?”

“ah sì ben…  allora metto altro?”

“Sì, valà, metta altro”

Nel 2020, in Italia, sui moduli legati al cambio residenza ci sono solo due possibili “cause del cambio esplicite”: motivi di famiglia e motivi di lavoro e quando rispondi nessuno dei due l’amministrativo di turno, tranne rari casi, entra in crisi perché è talmente nell’idea di spuntare la casella lavoro per gli uomini e famiglia per le donne che quella voce altro per lui/lei non ha senso e quindi nemmeno si ricorda che il modulo la prevede.

 

“ma sei sposata qui? O da sposare con chi?”

“no non sono sposata né mi sposo”

“sei qui dalla tua famiglia allora?”

“no nemmeno. Sono qui perché vivo qui”

“tutta sola?!??!!!”

Nel 2020, in Italia, nella testa di molte, troppe persone ci sono solo due possibili cause che possono indurre una donna a lasciare il luogo d’origine: motivi di famiglia e motivi di cuore e la curiosa di turno, quella che chiede per il gusto di impicciarsi e non per vero interesse a conoscerti, entra in crisi quando rispondi nessuno dei due perché nella sua testa questi sono gli unici possibili motivi per cui una donna si sposta: seguire il marito che ha cambiato lavoro o, porella, rientrare nella famiglia d’origine (motivi di famiglia) e trasferirsi nel paese del fidanzato/marito.

 

Assurdo vero? Eppure questo è ciò che accade e la dice lunga su come funziona ancora oggi la nostra società

Personalmente in questi anni di spostamenti mi sono spesso divertita nell’osservare l’espressione stranita e l’improvvisa mancanza di parole di chi, non aspettandosi risposte come “mi sono trasferita per scelta di vita, perché mi andava di farlo, perché avevo voglia di venire a vivere qui, perché questo posto mi attirava…” non sa più bene cosa dire.

Lo vedi muoversi tra le sopracciglia quel rimestio di punti interrogativi ed esclamativi… per scelta di vita?!! In che senso?? E così senza marito, figli, famiglia!!  Cosa vuol dire che si trasferisce perché ne aveva voglia? Ma davvero si può farlo?!!!

“ma allora hai trovato lavoro qui?”

Perché insomma sta cosa della scelta di vita non sta proprio in piedi e allora in un angolo remoto del pensiero fa capolino la possibilità che tu sia una di quelle porelle che si trasferiscono a centinaia di chilometri da casa perché devono mantenersi da sole e un lavoro vicino a casa non l’hanno trovato.

“no, son qui perché mi piace essere qui! il mio lavoro me lo porto con me dove voglio”

Stesa. Fine della conversazione. Non sei qui per seguire il tuo lui né per cercarne uno (e l’eventualità che di un lui non te ne possa fregare di meno non le sfiora proprio) e per di più hai un lavoro tuo che ti piace e che addirittura ti porti appresso. È troppo. Sei completamente fuori da ogni schema e l’altra non sa più cosa dire né cosa chiedere. Potrebbe azzardare un “che lavoro fai” ma già le hai detto che è un lavoro che porti con te dove vuoi quindi non fai nè la maestra, né la segretaria, né la contabile, né uno di quegli altri tre o quattro lavori che normalmente (nella sua testa) fanno le donne e si astiene prima che magari tu te ne esca con qualcosa di ancora più incomprensibile di ciò che hai già detto.

Oppure cosa chiedere lo sa, e lo vedi bene perché i punti interrogativi che le saltellano tra le sopracciglia si sono moltiplicati a dismisura, ma non lo chiederà e non lo farà perché la sua vita è talmente inscatolata e preconfezionata che non ce la fa a correre il rischio di ricevere un’altra risposta spiazzante che la costringerebbe a notare che ci sono davvero e non solo nei film, altri modi di vivere rispetto al suo e probabilmente molto più soddisfacenti.

 

Ok, ok, non va sempre così. Qua e là incontri anche persone che non si sconvolgono, a cui le parole “scelta di vita” non fanno senso e anzi le capiscono bene e con cui puoi instaurare un bel dialogo o anche un’amicizia. Ma lo schema è talmente radicato che anche loro in prima battuta ti hanno chiesto se il motivo del tuo essere lì fosse uno dei socialmente ammessi tre: famiglia, cuore, lavoro.

 

E così quello che in un primo momento è una sorta di gioco anche divertente, incontro dopo incontro diventa luogo di riflessione, una riflessione che si schiude in una catena di domande.

Sempre più donne in questo tempo si sono risvegliate o si stanno risvegliando e camminano verso chi sono davvero e la vita che davvero vogliono e tuttavia quante donne ancora oggi non sanno o non si permettono di sapere che la vita non è qualcosa di preconfezionato e che possono scegliere di vivere come vogliono?

Quante donne ci sono ancora oggi che vivono una vita che non è la loro e investono ogni giorno un sacco di energie per non vedere che c’è altro qua fuori e convincersi invece che la vita che vivono è l’unica che si può vivere?

Quante donne ci sono ancor oggi che sentono dentro che la loro vita può essere vissuta in modi molto più soddisfacenti di come la vivono ora ma non la cambiano perché, immerse come sono sempre state in una cultura a base di tre sole scelte prefissate, non sanno che la vita, quella vera, si svolge al di fuori degli schemi che hanno attorno e delle etichette che la società ancora pone, quando addirittura non le impone?

E quante donne, infine, ci sono ancor oggi che sanno dentro che la loro vita può essere vissuta in modi molto più soddisfacenti di come la vivono ora ma non si permettono di farlo perché, immerse come sono sempre state in una cultura a base di tre sole scelte prefissate, hanno talmente paura di ciò che accadrebbe ponendosi al di fuori ed oltre gli schemi e le etichette da rinunciare a se stesse pur di non rischiare?

La vita che vuoi è già dentro di te che sei qui a leggere questi pensieri fuori dagli schemi. A te vederla, a te accoglierla, a te decidere di viverla anche se esce dagli schemi mentali di chi hai attorno, soprattutto se esce dagli schemi che credi immutabili ma non lo sono.

E chissà, magari ora del prossimo trasferimento, qualcuna sarà riuscita a far aggiustare la sezione “motivi del cambio” del modulo residenza, aggiungendo come prima voce “scelta di vita”.

 

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