Sii disponibile ma non a disposizione - Vivo Come Voglio
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Molto spesso confondiamo il rendersi disponibili con il mettersi a disposizione

Essere Disponibile e Mettersi a Disposizione sono due concetti che sembrano simili ma sono in realtà molto diversi, un po’ come Semplice e Facile

E sono diversi al punto che il primo parla di libertà mentre il secondo di costrizione.

Essere disponibile è quando dai la tua diponibilità ad essere presente se serve, mantenendo però la tua libertà e il rispetto per te stessa:  sono felice di incontrarti, di darti una mano, di parlare con te, di esserti di aiuto ma troviamo un accordo sul dove/come/quando che sia soddisfacente per entrambe.

Metterti a disposizione è quando non vivi la tua vita come la vuoi per stare dietro a bisogni, esigenze e spesso capricci altrui.

Alle volte sono gli altri che interpretano male il nostro essere disponibili e ci considerano a loro disposizione. Tu allunghi un dito e loro si prendono la mano e poi il braccio e alla fine ti si avvinghiano al collo fino a soffocarti.

Molte volte invece siamo noi stesse a confondere i 2 concetti e mentre le nostre labbra dicono “sono disponibile” il resto di noi si dispone per “essere a disposizione“.

Ora, data per assodata la Legge di Attrazione e stabilito che se c’è chi mi afferra tutto il braccio quando offro il dito, vuol dire che il messaggio che sto trasmettendo non è così chiaro come credo, in questo articolo vorrei soffermarmi un po’ sul secondo caso: io che mi metto a disposizione.

Qualche tempo fa ti ho raccontato la storia della mia Vacanza di Panza e ho iniziato dicendo che ad un certo punto, dopo aver inviato i primi tre messaggi del tipo “son qui, ci vediamo?” mi sono resa conto che stavo per trasformare la mia vacanza in “tempo di stress” anziché di “meritato riposo” e quindi non ho più messaggiato nessun*.

Il fatto è che il posto dove ero quest’estate per me non è solo luogo di vacanza ma anche di lavoro e di amicizie. Conosco ormai un buon po’ di persone sparse per i paesi di quelle valli e per la maggior parte sono persone che incontro molto volentieri.

Ma c’è un ma anzi ce ne sono due.

Intanto il numero delle persone che conosco e con cui mi intrattengo con piacere è ormai decisamente superiore a quello dei miei giorni di vacanza e in più io di mio ho sempre avuto spiccatissima questa tendenza a mettermi e restare a disposizione.

Tipo che se ti chiedo “ci vediamo” e tu mi rispondi “Sì dai, domani dovrei farcela appena dopo pranzo” anche se domani è una di quelle giornate perfette per fare quella passeggiata che ho voglia di fare già da un po’, resto invece nei dintorni così da essere pronta quando mi messaggerai “ecco ci sono“, anche perchè in fondo io sono in vacanza mentre tu stai lavorando, mi e ti dico.

Lo vedi anche tu l’inganno contenuto in questo ultimo pensiero? Io sono in vacanza mentre tu stai lavorando ok, ma il mio tempo è prezioso tanto quanto il tuo. Ora io sono in vacanza e posso avere un po’ più di flessibilità di te che stai lavorando (disponibile) ma da lì a non vivermi la giornata come voglio e mi piace per stare ai tuoi orari e senza nemmeno la certezza che l’incontro ci sarà (a disposizione) c’è n’è di strada!

E puoi ben immaginare quante volte sia poi successo che la tu di turno all’ultimo messaggiasse un “non riesco, facciamo domani?” e poco importa se accade per un vero “imprevisto” o se quel “Sì dai…” era già un NO che non hai avuto il coraggio di dire (come ti ho raccontato in “Per favore dimmi NO” ).

Essere disponibili è bello e prezioso. Ma metterci a disposizione è proprio qualcosa che dobbiamo tutte disimparare.

Metterci a disposizione è deleterio, avvilente, rende la vita vuota nell’illusione di riempirla, tiene costantemente in sospeso, ci toglie la libertà di vivere secondo quello che è il nostro naturale ritmo. Finché ci mettiamo a disposizione non saremo mai padrone della nostra vita e non arriveremo a realizzare i nostri sogni.

E’ sempre stata la mia più spessa catena questa tendenza a “mettermi a disposizione” anche quando nessuno me lo chiedeva. Ed è una catena che ringrazio di aver avuto non solo perchè mi permette di capire chi vi è ancora legata ma anche perchè è stato per liberarmi di lei che ho iniziato a Lasciarmi Danzare e che poi ho creato la Danza dell’Anima

So quindi che potrai ben immaginare e Sentire quanto grande sia stata la mia gioia e quanto benedetto il mio festeggiare quando, quest’estate, nel tempo di una birra, sono riuscita a darle l’ultima e decisiva martellata, quella che l’ha spezzata liberandomene una volta per tutte.

E se tu che leggi sei una delle donne che quest’estate non ho incontrato nonostante fossi a poca distanza da te, più di tutte, tu che mi conosci di persona e con me la Danza dell’Anima puoi Gioire con me per quello che la decisione di non forzare il nostro incontro ha creato.

 

 

.

 

8 Comments

  1. Alba Patellaro ha detto:

    Ho incontrato questo tuo scritto per caso in internet cercando proprio la differenza tra queste 2 parole.
    Sono stata felice di leggerti perché la tua storia è stata la mia.
    E dato che ho ben chiaro in me la differenza dei due significati, ho cambiatp dalla modalità”sono a disposizione” a quella “sono disponibile”.
    Grazie per la tua testimonianza❤

    • Nadia ha detto:

      Grazie a te Alba che a tua volta con il tuo commento lasci una testimonianza oltre che un segno del tuo passaggio

      • Anna ha detto:

        Grazie.. Ho letto per caso il tuo scritto. Ed è stato utile per spiegare la mia disponibilità verso gli altri 😔💙

        • Nadia ha detto:

          Ben felice Anna che ti sia servito. Io per prima ci sono stata dentro per un bel po’ di anni in questo meccanismo e posso dirti che liberarsene non è cosa da “uno schiocco di dita” ma un po’ alla volta ci si riesce e poi è tutta un’altra vita l’essere disponibile sì ma mai a disposizione 🙂

          • Sara ha detto:

            Ciao! Mi chiamo Sara ho 33 anni! Mi è piaciuto un sacco il tuo articolo. Ne ho parlato con la mia psicologa di questo argomento. Perché ci sono cascata come una pera cotta, con mia suocera. Ora mi sento in gabbia,ho quella sensazione di mancamento.
            Come potrei uscire da questa situazione orribile. Mi logora!
            Comunque anche la mia psicologa mi ripete sempre questa frase “Sii disponibile ma non a disposizione”

          • Nadia ha detto:

            Ciao Sara. Grazie per l’apprezzamento 🙂
            La mia esperienza personale su questo tema è che se ne esce a piccoli passi. Immagina il “metterti a disposizione” come una catena che ti avvolge i cui anelli sono però di materiali diversi, alcuni più resistenti altri più facili da rompere. Come prima cosa serve trovare un anello più facile da rompere e partire da quello e poi, uno dopo l’altro, staccare ogni anello. Per me il primo anello è stato proprio quello che racconto, ovvero decidere che quei giorni di vacanza li avrei vissuti al mio ritmo senza farmi prendere dalla smania di esserci per le altre persone… non è stato semplice come dirlo perchè ho sempre tenuto molto al tempo in compagnia, ma quell’estate avevo proprio bisogno di rilassarmi e anni di lavoro su me stessa nello zaiono hanno dato il loro frutto, così al primo messaggio sibillino in stile “forse ci sono o forse no” mi son detta “ok! diamo un taglio a questa dipendenza altrimenti la vcanza va a rotoli”

  2. Michela ha detto:

    capitata sul sito per caso, dopo la lettura dell’articolo mi sono vista davanti allo specchio, mi hai aiutato a prendere maggiore consapevolezza delle mie necessità senza sentirmi in colpa

    • Nadia ha detto:

      Sono proprio felice per te Michela. Ti sono successe due cose meravigliose: hai aumentato la consapevolezza di te e abbassato il livello di “resistenza alla felicità” e tutto in una sola lettura. Fantastico! Ti invito a fissare in te questo grande passo trovando un bel modo per festeggiare. 🙂

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