Cos’è il “Tempo per Non-Fare” e a cosa serve
4 Ottobre 2018La prima ora del mattino
23 Ottobre 2018“Ok Nadia, sei grassa e in video si vede …e allora?!”
E la parte speciale di questa frase, quella che crea questo racconto è quel “…e allora?!” con tutta l’emozione di vittoria che porta racchiuso in sé.
Troppo magra, troppo grassa, troppo alta, troppo bassa, troppe tette, troppo poche tette… potrei occupare le prossime 10 righe con la solita tiritera di caratteristiche fisiche che abbiamo o pensiamo di avere e su cui passiamo ore ad angustiarci considerandole difetti.
Ma non serve vero?
Prendi il tuo cruccio fisico, mettilo al posto di “grassa” e tutto il resto del racconto funziona uguale.
“Ok Nadia, sei grassa e in video si vede …e allora?!” è quello che mi è salito dentro mentre in una afosa mattina di luglio visionavo il girato dell’intervista appena rilasciata a Radio Dolomiti, per decidere se far montare anche il video o solo l’audio.
Mi metto davanti allo schermo avvio il filmato e la prima cosa che mi colpisce, come nelle poche foto che ho di me scattate di recente, è la dimensione del mio corpo. Santa pace è tutto così… largo! così diverso da come lo ricordo e l’ho in mente, così altro da quello che io mi sento da dentro e che ho avuto e che voglio tornare ad avere.
Ma questo pensiero noioso dura solo pochi istanti, perché quello che sto guardando è un video non una foto. Sì certo i 3 rotoli della pancia si vedono benissimo, d’altra parte lo sgabello da bar su cui sono seduta e da cui ho la sensazione di poter cadere da un momento all’altro non aiuta a stare bella dritta e con la pancia tirata indentro.
E poi insomma sto rilasciando un’intervista alla radio, non sono preparata per il video ed è la mia prima vera intervista e sto dialogando con una speaker che mentre parla con me agisce su tutta una serie di strumentazioni da “sala registrazione” che mi affascinano e quindi catturano la mia attenzione. Infine sto dialogando in un ambiente per me assolutamente nuovo e sto raccontando a questa ragazza mai vista prima e a sadiochi sentirà l’intervista in radio, la mia “Vita come la Voglio” e la mia “Danza dell’Anima” .
Così succede che, conscia di tutto questo, dopo i primi istanti di visione la mia attenzione si sposta dalla pancia e da quel corpo così diverso da come lo immagino e va all’insieme di immagini, movimento e suoni. E guardando l’insieme scatta qualcosa e che fa affiorare alla mente quel “ok son grassa e allora? sono bella lo stesso! e quel che deve arrivare da questa intervista arriva”.
Faccio come se …sono in forma
In questi anni ho fatto del mio meglio per pensarmi “in forma” e per vivermi “come se fossi in forma” come insegnano tanti bei manualetti che campeggiano in bella vista nelle librerie.
E quando ho iniziato a lavorare su di me con la Danza dell’Anima ho immaginato una serie di esercizi in cui combinare danza, specchi, webcam, testi da leggere e frasi da dire per arrivare ad accettare il mio corpo ed amarlo così com’è.
Insomma io adesso sono così e continuare a fermare l’attenzione sulla pancia a tre rotoli o su quelle tette enormi denigrandomi non mi aiuta certo a tornare al fisico che avevo anni fa. Anzi, semmai tutto il contrario. – Mi dicevo
E ci provavo a vivermi come se …sono già in forma
Ma in realtà, mi accorgo ora che, in quel momento solo “provavo” e come ben dice Yoda “Fare, o non fare, non c’è provare”. Provare non esiste e finché provi hai già fallito in partenza.
Ed infatti quello che stavo facendo non era “vivere come se stessi bene nel mio corpo” ma semplicemente “vivere coprendo gli specchi per non vedere che non sono in forma”.
“Finché non mi vedo non so come sono e quindi posso continuare ad immaginarmi magra e atletica” era in realtà il pensiero di fondo, o qualcosa del genere. E così facendo l’unico risultato è stato continuare per anni ad incazzodeprimermi ogni volta che rientravo da una fallita spedizione dal titolo “trovare dei pantaloni che mi piacciono e in cui ci sto” oltre al sobbalzare spaventata e anche un po’ inorridita ogni volta che vedevo d’improvviso la mia figura riflessa in una vetrina o ritratta in una foto.
L’esercizio e la vita quotidiana
Oggi, dopo aver visto la video intervista e aver deciso di farla montare per diffonderla, so per certo che gli esercizi che avevo pensato per accettare il mio corpo e quindi rilasciare perso mi sono stati utili e hanno dato e stanno dando frutto.
Allora invece, nel periodo in cui ho iniziato a farli, notavo che una cosa era mettermi davanti allo specchio nel tempo tra due danze ferma nel pensiero “mi amo come sono” e tutt’altra cosa era vedere la mia immagine all’improvviso senza essere preparata all’impatto.
Se guardarti allo specchio e dirti cose come “Mi piaccio”, “sono bella così come sono”, “Mi amo” è già in generale tutt’altro che facile, farlo quando ti ritrovi in un corpo che non riconosci come tuo lo è ancora di meno. E tuttavia stai facendo un esercizio, un esercizio che hai deciso di fare e che fai nel momento buono per te, senza che nessun te lo imponga e mentre fai l’esercizio sei preparata ad avere delle reazioni e le puoi un po’ alla volta controllare e poi cambiare.
Quando invece ti vedi all’improvviso non sei pronta.
Tu ti sei messa in posa per la foto, in quella stessa posa che avevi in quella fotografia di vent’anni fa in cui stavi benissimo e hai in mente che verrai tipo “Sirenetta sullo scoglio” e invece poi fai passare le foto e sullo scoglio c’è una via di mezzo tra un tricheco pascio e Jabba The Hut e ci metti dieci minuti per capire che sei tu quella e ti piglia uno sciopone! Ecccheccavolo, mica è facile accettarlo come se nulla fosse.
Solo che finché non lo accetti e finché non trovi quel qualcosa che ti fa dire “ok sono grassa ..e allora?!” non vai da nessuna parte e nulla cambia.
Puoi coprire tutti gli specchi in casa e andare in vacanza solo in tenda per essere sicura di non trovare specchi a sorpresa. Puoi rompere le palle a tutti quelli che ti conoscono perché non ti scattino mai foto… Ma poi cammini per strada e ti scappa di vederti in una vetrina o, peggio che peggio, nel finestrino di un’auto e sussulti e sei punto e a capo.
Puoi continuare a girare vestita come ti vestivi quando pesavi 30kg di meno perché a te vestire così piace e hai in mente che vestita così stavi bene …stavi! 30kg fa! ora con quel tipo di vestiti non stai bene affatto, ma finché non fai pace con il tuo corpo, finché non lo accetti come è ora, finché non trovi il coraggio di guardare il tricheco sullo scoglio e fermare lo sguardo sugli occhi che sorridono anziché sulla tripla pancia, non c’è ritorno e non c’è progresso.
Basta un poco di amore e la ciccia va giù…
Vedere chi Sei davvero e scoprire che quel “Chi Sei” ti piace cambia tutto e lo cambia per sempre.
Tutto quello che ti ho raccontato qui sopra era già dentro di me da un po’ ma non trovava la chiave per uscire fino a quel mattino in radio, quando nonostante la stanchezza e il caldo e anche l’agitazione per aver fatto un’intervista, mentre guardavo il video per decidere se farlo montare oppure no, sono riuscita a spostare l’attenzione dalla pancia al viso sorridente e agli occhi luccicanti e alle parole da cui esce l’amore per ciò che faccio e che sono, e allora qualcosa dentro ha iniziato a sorridere.
Quella donna che ero io ma non ero io mi stava piacendo. Mi stava piacendo la sua voce, mi stava piacendo il modo in cui diceva le cose, mi stava piacendo quel sorriso a tratti imbarazzato e che tuttavia cambiava forma e diventava coinvolgente non appena gli occhi iniziavano a riflettere la gioia che aveva dentro nel parlare della sua passione e del lavoro che da questa passione è nato…
E più guardavo quel video e più il tricheco svaniva lasciando sullo schermo solo un sorriso, due occhi luminosi e tanta energia.
E’ stato un momento davvero emozionante e io so che in quel momento qualcosa in me si è messo in moto e che tutto nel mio corpo sta già lavorando per portarlo ad una nuova smagliante forma.
Lasciandomi Danzare ho risolto abbastanza cose nella mia vita da arrestare l’aumento del peso. E ora che ho realmente accettato e amato il mio corpo per come è, ora non mi serve più “coprire gli specchi”. Quando mi vedo come sono non mi spavento più e giocare a “come se sono in forma” ora ha senso e valore, e lasciarmi danzare “come se sono in forma” ne ha ancora di più.
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