Noi Avanguardia del Cambiamento - Vivo Come Voglio
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Abbiamo un ruolo importante in questa vita e in questo mondo noi nate negli anni ’60 e ’70. Siamo una generazione speciale, approdata in questo spazio-tempo con un compito tutt’altro che facile da portare avanti, un compito che molte di noi hanno faticato a riconoscere e che per molte altre resta tuttora intelligibile.

Siamo figlie della generazione della stabilità e della fissità. Il posto fisso, un lavoro rispettabile e il cui nome tutti sanno cosa significa, con il cartellino da timbrare a orari fissi e regolari. La cena in tavola sempre alla stessa ora, la casa di proprietà o con l’affitto 4+4 a equo-canone, quindici giorni di ferie ad agosto e la domenica a casa. E lo zio che aveva la reperibilità (in quel tempo senza telefonini) era un parente speciale circondato da un alone da super eroe.

Siamo figlie della generazione della casa perfetta e sempre in ordine, il letto rifatto a nuovo, tirato e lisciato ogni mattina con copriletto e bambola al centro, la cucina impeccabile, tavoli, sedie e divani ricoperti da sei strati di tovaglie, teli, centrini, centroni e coperte per non rischiare di rovinarli, i pavimenti tirati a cera e le pattine in attesa sulla porta da infilare entrando prima ancora di dire ciao.

Siamo figlie della chiesa cattolica con tutti i suoi strani precetti e la sua rigidità, i bambini nei banchi di sinistra e le bambine in quelli di destra. Le brave donne sono mamme e hanno la gonna al ginocchio, la borsetta rigida e i capelli cotonati. I bravi uomini sono padri di famiglia, escono la  mattina per andare al lavoro e tornano per l’ora di cena, sono vestiti di marrone, guidano sportivi ma sicuri e girano con il borsello. Lo zio separato che vive con una nuova compagna è uno scapestrato e della zia che ha un compagno anziché un marito regolare in molte famiglie si evitava di parlare. La TV ha tre canali, forse cinque, quando il vento sposta l’antenna e va risintonizzata è un piccolo dramma e guai a spostare la radio dalla stazione privilegiata.

Siamo figlie del punto d’arrivo della generazione che ci ha preceduto e messo al mondo e che ha fatto della stabilità e delle certezze e dell’immutabilità il suo traguardo e il suo scopo. E nello stesso tempo siamo madri della generazione del completo cambiamento, dove tutto è in costante movimento e si creano equilibri sempre nuovi di cui noi siamo l’Avanguardia.

Cresciute respirando fissità e stabilità ci troviamo a crescere a nostra volta creature che di queste due parole non comprendono nemmeno il significato e noi siamo lì in mezzo. Abbiamo visto il mondo attorno a noi cambiare in modo vorticoso e da sempre abbiamo dentro la sensazione che tutta una serie di cose che ci hanno raccontato e di apparenti valori in cui ci hanno allevato non abbiano più senso e tuttavia fatichiamo a convincerci che sia così e quando ci sbattiamo contro spesso pensiamo di essere noi quelle sbagliate.

Siamo cresciute con l’idea che a cinquantanni si dovesse essere sistemate ovvero avere un posto di lavoro fisso e sicuro, o una vita da casalinga fissa e sicura, avere una casa fissa e sempre quella da anni con un armadio ben fornito di tailleur, gonne al ginocchio e maglioncini fatti in casa, avere un marito con un impiego serio e di prestigio e almeno un paio di figli belli, lindi e pindi e perfettamente educati prossimi al matrimonio o addirittura già con dei figli a loro volta e la domenica tutti alla messa e poi di corsa a casa per finir di cuocere l’arrosto per il pranzo in famiglia

E invece siamo per la maggior parte persone che a 50 anni si stanno reinventando la vita, il lavoro e la famiglia. Siamo quelle che arrivate all’età in cui i nostri genitori contavano i mesi mancanti ad andare in pensione, si trovano invece a rimettersi completamente in gioco, a immaginare un modo nuovo di vivere,  lavorare ed esistere, ad inventarsi un lavoro che fino a pochi anni o pochi mesi fa non c’era e non era neppure immaginabile.

Seguiamo percorsi spirituali di cui non parliamo in famiglia perché tanto non capirebbero, pratichiamo arti antiche anche se hanno nomi nuovi che non sappiamo spiegare cosa siano perché tra le parole che ci hanno insegnato non ci sono quelle che servono a descriverle, proviamo emozioni che non sapevamo esistessero, scopriamo che possiamo essere e fare qualcosa di completamente fuori dagli schemi e diverso da ciò che abbiamo sempre conosciuto.

Indossiamo vestiti che pensavamo non si potessero più portare superati i vent’anni, pratichiamo sport che credevamo impossibili una volta usciti dall’adolescenza, acconciamo i capelli in modi sempre nuovi e che sanno di spettinato, modifichiamo i nostri gusti musicali adattandoli a quelli del presente e ogni tanto, passando davanti allo specchio, ci troviamo a chiederci chi sia quella tipa che vi vediamo riflessa e che non assomiglia né a nostra madre o nonna né all’immagine che di noi stesse abbiamo dentro noi.

Noi siamo la generazione che i nostri genitori non sono in grado di comprendere perché sconvolgiamo la loro esistenza, stravolgiamo i loro punti fermi, le loro ancore, le loro certezze. Loro che hanno fatto della stabilità il loro punto di arrivo non riescono a entrare nella nostra mentalità dove la stabilità è proprio l’unica cosa che non esiste e alle volte facciamo fatica ad entrare nel nuovo persino noi che in quel nuovo viviamo e che spesso ci spaventa perché nessuno prima di noi che l’abbia mai provato è ancora vivo per raccontarci com’e stato

Siamo l’Avanguardia del Cambiamento noi che siamo arrivate in questo spazio-tempo negli anni ’60 e ’70 e siamo qui per condurre il mondo e le persone dal vecchio al nuovo, dalla Vecchia Era che ormai si è chiusa, alla Nuova Era che rappresenta il presente e il futuro. Noi siamo la porta del cambiamento e attraverso di noi le generazioni future vengono introdotte al nuovo equilibrio cosmico.

È un compito grande e importante il nostro che tanto spesso sottovalutiamo per il semplice fatto che non lo vediamo nella sua interezza e quando lo vediamo ci spaventa e ci spaventa perché il più delle volte ci sentiamo sole nell’affrontarlo e se siamo sole siamo sbagliate. Plasmate dalle idee e dalle credenze dei nostri genitori, ci sentiamo fuori luogo, fuori posto, sbagliate, incompiute perché a 50 anni magari non abbiamo un posto fisso o non abbiamo la casa di proprietà o il macchinone o, dio ce ne scampi e liberi, non abbiamo quella famiglia formato “mulino banco” così come la vecchia generazione la intende.

Ci sentiamo fuori posto e sbagliate perché vogliamo cambiare vita, perché sentiamo il bisogno di evolvere, di uscire dalle solite cose, di essere noi stesse, di permetterci ciò che ci chiama forte anche se sembra folle, anche se chi abbiamo intorno non capisce, perchè non ha gli strumenti per capire o perchè vede il nuovo e ne ha talmente paura che preferisce far finta di non capire  e tenta di tirarci il freno.

Ma la famiglia mulino bianco, che esiste solo nella pubblicità esattamente come quelle sorridentissime casalinghe americane che mostravano al mondo che vita da sogno fosse quella di chi aveva il tal elettrodomestico, la famiglia mulino bianco e quella da film americano in bianco e nero con lo stile di vita che mostravano e ancora tendono a mostrare, è il loro mondo, il mondo della generazione che ci ha preceduto e che muore con lei.

Il nostro mondo è diverso, l’era in cui viviamo è diversa. Noi stiamo vivendo il principio del tempo Nuovo in cui le parole chiave sono flessibilità, creatività, spiritualità, capacità di vedere oltre, immaginazione, inventiva, apertura al nuovo, capacità di liberarci di vecchie credenze stantie quanto ormai inutili e capacità di permettere a chiunque di essere sé stessa.

Fa un po’ paura, lo so, ma che ci piaccia o meno noi siamo questo l’Avanguardia del Cambiamento e siamo venute qui apposta per esserlo ed ora che la Vecchia Era è finita, è il nostro tempo di scegliere cosa vogliamo fare, se prendere piena consapevolezza di chi davvero siamo e del perché siamo qui e muoverci con convinzione e a testa alta nel nuovo mondo portando avanti la nostra missione e imbandendo la tavola del futuro ai nostri figli o se infilare la testa nella sabbia, continuare a vivere nel modo che i nostri vecchi ci hanno convinto essere l’unico possibile e meritevole di essere vissuto e così facendo cospargere di spine e chiodi la strada che abbiamo davanti e quella di chi viene dopo di noi.

Siamo l’Avanguardia del Cambiamento, è un arduo compito il nostro e tuttavia è una magnifica missione che portata avanti tutte assieme sarà più semplice e facile per tutte. Tu che fai, vieni?

 

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4 Comments

  1. ALBERTA ROSSI ha detto:

    Grazie Nadia, quanta verità in questo articolo! Portiamo avanti questa missione, così ardua ma così bella.

  2. Bruna Talmon ha detto:

    Bellissimo è verissimo ! Grazie Nadia

  3. Ornella ha detto:

    Complimenti Nadia, hai colto nel mio segno…mi hai fatto proprio sentire come sono: una delle donne dell’avanguardia. Se riuscissimo a riconoscerci tradì noi, saremmo un’ autentica forza. Grazie per lo spunto di riflessione.

    • Nadia ha detto:

      Grazie Ornella. Riuscire a riconoscerci e poi a conoscerci tra noi sarebbe sì un gran bel colpo. Certo è che in più saremo a parlare di questi argomenti e a diffonderli quando nè leggiamo e più sarà facile e probabile incontrarci davvero perché è ora il Tempo perché questo accada 😀

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